Archivio mensile:Gennaio 2017

La rivoluzione del Bitcoin: la moneta digitale alla conquista del mondo

Dall’arrivo del Bitcoin nulla è più come prima. A livello mondiale cresce la fama e la diffusione della moneta digitale “non ufficiale”, quale rivoluzionario sistema di pagamento online con cui è possibile acquistare beni reali e servizi. Non solo: il Bitcoin può essere anche un investimento a lungo termine.

Tramite questa moneta crittografata le transazioni commerciali e finanziarie sono sottratte al controllo di banche centrali e governi nazionali; essa, nata non a caso da Internet, spezza e libera dai vincoli delle banche e degli intermediari finanziari. Il cambiamento è in atto, inarrestabile, nonostante le preoccupazioni di istituti di credito e Stati nazionali.

Nel mondo globalizzato in cui viviamo la fiducia nel Bitcoin sale: esso è scambiato con un ritmo crescente, il che rappresenta una grande opportunità per i più informati.

Ormai sono disponibili anche libri che trattano l’argomento, a riprova di come il fenomeno non vada sottovalutato ma, anzi, studiato e monitorato.

Servizi telefonici non richiesti: spetta il risarcimento anche per i danni non patrimoniali

Gli utenti di servizi telefonici potranno richiedere il risarcimento danni per l’attivazione di servizi telefonici non richiesti. Una normativa (D. Lgs. n. 185/1999, artt. 9 e 12) e le delibere dell’Autorità Garante nelle Comunicazioni dichiarano illecita l’attivazione di servizi non richiesti da parte della compagnia telefonica ai propri clienti.

Inoltre, il risarcimento dei danni non patrimoniali subiti dagli utenti per l’attivazione di servizi non richiesti è stato già sancito da diversi giudici in molti casi riguardanti clienti in disaccordo con il proprio gestore telefonico. Il risarcimento va ad interessare anche il danno morale, oltre che economico, per l’aver subito una situazione di disagio.

Una sentenza del Giudice di Pace di Roma ha condannato la società telefonica al risarcimento dei danni non patrimoniali, poiché la compagnia aveva attivato un servizio sulla linea del cliente senza la sua autorizzazione. L’utente aveva richiesto, oltre al risarcimento dei danni patrimoniali, quello dei non patrimoniali causati dal comportamento scorretto del gestore telefonico.

Nuovo controllo emissioni autovetture

Il 20 dicembre 2016 è stato varato il terzo di 4 pacchetti sul controllo delle emissioni nocive nell’aria. Questo pacchetto prevede la grande innovazione di obbligare i controlli a bordo dell’autovettura in normale regime di marcia e non più solo in laboratorio. A questo progetto non hanno però aderito tutti i paesi europei, soprattutto quelli con grossi costruttori di autovetture. Ciò nonostante è sicuramente un grande passo avanti che, forse, eviterà altri scandali dieselgate.

Bitcoin. Attenzione alla moneta crittografata.

Com’è noto, il bitcoin è una moneta Informatica usata soprattutto per gli scambi occulti. Non si conosce l’entità del denaro che muova questa moneta, ma certo è che ne muove tanto, al punto da essere quotata alla Borsa di New York. Attenzione, perché la settimana scorsa la moneta ha subito dei forti contraccolpi, passando addirittura in un giorno da €1000 a €300 ogni bitcoin, con una perdita secca del 70%. A cosa siano dovute queste variazioni di preciso non si sa, ma fanno richiamare l’attenzione soprattutto verso i risparmiatori meno attenti ad investire in queste monete crittografate.

Dieselgate. Modifiche alle autovetture. È lecito?

Quando la Volkswagen effettua il richiamo delle proprie autovetture, nella lettera di invito esprime palesemente il termine modifica, ciò a significare che all’autovettura verranno apportate delle variazioni che non si sa bene in cosa consistano.

Invitiamo quindi tutti i possessori di diesel della Volkswagen oggetto di richiamo di opporsi in prima istanza all’invito ad effettuare tale lavoro, in quanto la vettura stessa presenta un difetto d’origine. Se è così, il consumatore, ha diritto ad un congruo rimborso da pattuire con il concessionario o la casa madre.

Proposta di modifica unilaterale del contratto da parte del gestore: come comportarsi?

La liberalizzazione del mercato dell’energia ha comportato, certamente, conseguenze positive in termini di convenienza e di ampliamento delle spettro delle scelte opzionabili da parte dell’utente. Allo stesso tempo, essa nasconde anche qualche insidia: una di esse è rappresentata dalla possibilità da parte del gestore di proporre una modifica unilaterale delle condizioni contrattuali alla scadenza del contratto medesimo

Tale opzione non può essere oggetto di trattativa da parte dell’utente ma può essere solo accettata o rifiutata. L’insidia risiede appunto nelle modalità con cui il consumatore può esprimere la propria volontà poiché, in caso d’inerzia, la proposta si riterrà accettata per tacito assenso. Ne consegue che l’utente dovrà necessariamente comunicare il suo eventuale rifiuto per iscritto, tramite una raccomandata con ricevuta di ritorno o l’utilizzo di una posta elettronica certificata.

Affinchè tale proposta possa ritenersi valida, è necessario che la comunicazione del gestore contenga, in oggetto, la dizione “Proposta di modifica unilaterale del contratto” e che pervenga all’utente almeno tre mesi prima della scadenza naturale del contratto stesso.

Qualora, al contrario, la variazione delle condizioni contrattuali venga applicata in virtù di un ‘indicizzazione prevista dal contratto medesimo o di un suo aggiornamento automatico, in questo caso il gestore non sarà tenuto ad inviare alcuna comunicazione.

Il CTCR invita gli utenti a prendere visione di ogni comunicazione inviata dal gestore ed a valutare attentamente eventuali variazioni delle condizioni contrattuali affinché risultino comprensibili e trasparenti.

Dieselgate, Volkswagen ammette le proprie colpe e paga 4,3 miliardi di dollari

Volkswagen chiude negli Stati Uniti la brutta vicenda del Dieselgate. La casa tedesca, dichiarandosi colpevole nella vicenda dello scandalo delle emissioni, ha confermato l’impegno a pagare 4,3 miliardi di dollari previsti dal patteggiamento con le autorità Usa.

Gli Stati Uniti hanno anche messo sotto accusa sei dipendenti di Volkswagen; dalla documentazione processuale emerge che Vw ha ingannato per anni le autorità di regolamentazione ed i propri clienti, mentre decine di dipendenti hanno distrutto documenti dopo lo scoppio dello scandalo avvenuto nel settembre 2015.

Il patteggiamento con gli Stati Uniti fa aumentare il costo del dieselgate a 23 miliardi di dollari negli Usa ed in Canada, e costringe la casa automobilistica ad aumentare gli accantonamenti per pagare multe e risarcimenti ai clienti che attualmente ammontano in totale a 18,2 miliardi di Euro.

Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca: proposte di rimborso a chi ha subìto perdite

I correntisti delle banche venete Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca hanno ricevuto una proposta di rimborso delle perdite subite. La proposta riguarda correntisti, obbligazionisti ed azionisti. Tutto bene, quindi? Non si direbbe, vista l’esiguità della cifra proposta come rimborso: il 15% delle somme perse.

L’unica categoria che potrebbe trarre vantaggio da questa proposta è quella degli azionisti, poiché difficilmente il titolo riprenderà quota fino a tornare al valore d’acquisto. Gli altri correntisti, invece, avendo sottoscritto piani di investimento a più basso valore di rischio, accettando l’offerta vedrebbero riconoscersi ingiustamente una cifra troppo bassa.

Le condizioni poste dalla banca per il successo dell’offerta sono le seguenti: la rinuncia a qualsiasi azione legale contro la banca e l’adesione di almeno l’80% dei potenziali aderenti all’accordo.

Da quanto esposto appare immediatamente che l’accordo proposto sia un capestro, vantaggioso solo per le banche, che vedrebbero realizzati gli obiettivi di ridurre al minimo le cause di risarcimento danni e mettere un freno al deflusso di liquidità.

Auspicabile, quindi che – discorso sugli azionisti a parte – i correntisti non cedano di fronte a condizioni così poco allettanti, optando, invece, per azioni di gruppo con l’obiettivo di ottenere rimborsi di ben maggior valore.

Telefonia mobile: abolizione del roaming dal 15 giugno 2017

Dal 15 giugno 2017 le tariffe roaming per l’uso dei telefoni mobili saranno abolite: lo ha stabilito la Commissione europea. Salteranno anche i limiti di tempo. Si tratta della seconda proposta operativa sull’abolizione del roaming, dopo quella, poi ritirata, che prevedeva inizialmente un regime di tariffe zero per 90 giorni al massimo in un anno e per periodi non superiori a 30 giorni consecutivi, una formula che andava a vantaggio dei viaggiatori occasionali.

Onde evitare abusi, come per esempio l’uso di una sim lettone a basso costo in modo permanente in Paesi dove i prezzi sono ben più alti, varrà il principio di residenza sotto il monitoraggio degli operatori tlc. In caso gli operatori individuassero anomalie o abusi potranno intervenire. Chi per esempio risiede in uno Stato e adotta sistematicamente una sim estera compie un abuso.

Vi sarà, quindi, la possibilità per chi viaggia ed usa una carta sim di uno stato membro in cui risiede o con il quale ha legami stabili di usare il telefono mobile in un altro stato alle stesse condizioni. Un esempio chiaro di ‘legame stabile’ è quello dei pendolari. Gli europei pagheranno prezzi nazionali per chiamate e trasmissioni dati.