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Volkswagen: ammessa la class action per lo scandalo riguardante le centraline

Anche in Italia è stata ammessa la class action contro la casa automobilistica Volkswagen per lo scandalo sulle centraline “truccate”. All’azione legale, promossa da “Altroconsumo”, ha fatto seguito la terza sezione civile del Tribunale di Venezia che ha accolto l’istanza dell’organizzazione. L’azione riguarda veicoli diesel a marchio Volkswagen, Audi, Skoda e Seat, che inquinano fino a 40 volte di più dei limiti stabiliti dalla legge.

Al momento, 30 mila persone hanno aderito alla class action di Altroconsumo, a fronte di un numero ben più grande di veicoli coinvolti: si parla di 650 mila auto in Italia, ed otto milioni in tutta Europa. Negli Stati Uniti, Volkswagen ha dovuto riconoscere da 5 a 10 mila euro ad ogni consumatore danneggiato.

Si auspica che, in questo modo, anche in Italia si possa avere giustizia, e vedere i consumatori giustamente risarciti per un comportamento che, causando un danno ambientale, coinvolge anche la collettività.

Attenzione al “nemico” tempo: si sa che i tempi della giustizia italiana non sono proprio veloci, sicché, per arrivare ai tre gradi di giudizio, saranno necessari tempi lunghi. E, se occorrerà promuovere un’ulteriore causa per rendere esecutiva l’eventuale sentenza favorevole ai consumatori, i tempi si allungheranno ulteriormente: il rischio prescrizione, quindi, è davvero dietro l’angolo.

Dieselgate: per rimediare e migliorare l’immagine aziendale, auto elettriche Volkswagen a costi accessibili

La vicenda “dieselgate” è stata di gravità tale da indurre la Volkswagen a pensare di immettere sul mercato nuovi modelli a propulsione elettrica a costi simili a quelli dei modelli con motori “classici”.

Volkswagen, con questo atto, crea un precedente molto importante, poiché le vetture elettriche di altri costruttori costano molto di più rispetto ai loro stessi modelli tradizionali. La casa tedesca ha in progetto di presentare un modello a breve al Salone di Francoforte 2017 che si terrà in autunno. Questo è un segnale molto importante che interesserà necessariamente altri costruttori.

Viene da pensare che non tutto il male venga per nuocere: la speranza è che il mercato delle auto elettriche possa finalmente decollare, attraverso proposte di modelli a costi accessibili a tutti, con beneficio dell’ambiente e degli automobilisti.

Dieselgate, negli USA Volkswagen è a metà dell’opera di richiamo

Volkswagen, negli Stati Uniti, ha già completato il richiamo di oltre la metà dei 475.000 modelli fuorilegge. Sono già state rimpiazzate 238.000 auto, molte delle quali ora parcheggiate nel Pontiac Silverdome, uno stadio in disuso. Solo per una piccola parte le autorità hanno autorizzato una commercializzazione nel mercato dell’usato. Altre 6.200 vetture sono state “corrette”. Il riacquisto riguarda praticamente l’85% dei modelli.

In Europa la situazione non è altrettanto favorevole ai consumatori. L’Unione Europea sembra puntare su una sorta di “moral suasion” per sollecitare il costruttore ad indennizzare i consumatori, ma la casa automobilistica non sembra voler accogliere l’invito, perché, rispetto a quanto accaduto negli USA, sostiene di non aver infranto alcuna norma europea.

Secondo un indagine effettuata su modelli truccati, le emissioni di ossido di azoto aumenterebbero in modo tale che le auto non otterrebbero nemmeno l’omologazione Euro 5.

Dieselgate, Volkswagen si dichiara colpevole

Volkswagen si è dichiarata colpevole negli Usa, davanti al tribunale distrettuale di Detroit, per cospirazione, ostruzione della giustizia ed introduzione di merci importate negli Stati Uniti per mezzo di false dichiarazioni. Tale dichiarazione è stata effettuata venerdì 10 marzo, nell’ambito del patteggiamento di 4,3 miliardi di dollari annunciato lo scorso gennaio.

La dichiarazione di colpevolezza è stata accettata dal giudice distrettuale che, al termine dell’udienza, ha chiesto più tempo per esaminare l’accordo, data la gravità dei reati. Il giudice ha fissato l’udienza di condanna per il 21 aprile. Il patteggiamento permetterà al gruppo di evitare potenziali sanzioni comprese tra i 17 e i 34 milioni di dollari.

Da quando Volkswagen ha ammesso di utilizzare software per ingannare i test sulle emissioni inquinanti, la casa tedesca ha già pagati 24 miliardi di dollari nei soli Stati Uniti, incluso il risarcimento danni subiti dai clienti.

A questo punto sorge spontanea una domanda: perché i consumatori italiani non sono stati oggetto delle stesse attenzioni riservate ai consumatori americani?

Nuovo controllo emissioni autovetture

Il 20 dicembre 2016 è stato varato il terzo di 4 pacchetti sul controllo delle emissioni nocive nell’aria. Questo pacchetto prevede la grande innovazione di obbligare i controlli a bordo dell’autovettura in normale regime di marcia e non più solo in laboratorio. A questo progetto non hanno però aderito tutti i paesi europei, soprattutto quelli con grossi costruttori di autovetture. Ciò nonostante è sicuramente un grande passo avanti che, forse, eviterà altri scandali dieselgate.

Dieselgate. Modifiche alle autovetture. È lecito?

Quando la Volkswagen effettua il richiamo delle proprie autovetture, nella lettera di invito esprime palesemente il termine modifica, ciò a significare che all’autovettura verranno apportate delle variazioni che non si sa bene in cosa consistano.

Invitiamo quindi tutti i possessori di diesel della Volkswagen oggetto di richiamo di opporsi in prima istanza all’invito ad effettuare tale lavoro, in quanto la vettura stessa presenta un difetto d’origine. Se è così, il consumatore, ha diritto ad un congruo rimborso da pattuire con il concessionario o la casa madre.

Dieselgate, Volkswagen ammette le proprie colpe e paga 4,3 miliardi di dollari

Volkswagen chiude negli Stati Uniti la brutta vicenda del Dieselgate. La casa tedesca, dichiarandosi colpevole nella vicenda dello scandalo delle emissioni, ha confermato l’impegno a pagare 4,3 miliardi di dollari previsti dal patteggiamento con le autorità Usa.

Gli Stati Uniti hanno anche messo sotto accusa sei dipendenti di Volkswagen; dalla documentazione processuale emerge che Vw ha ingannato per anni le autorità di regolamentazione ed i propri clienti, mentre decine di dipendenti hanno distrutto documenti dopo lo scoppio dello scandalo avvenuto nel settembre 2015.

Il patteggiamento con gli Stati Uniti fa aumentare il costo del dieselgate a 23 miliardi di dollari negli Usa ed in Canada, e costringe la casa automobilistica ad aumentare gli accantonamenti per pagare multe e risarcimenti ai clienti che attualmente ammontano in totale a 18,2 miliardi di Euro.

Volkswagen non risarcirà i clienti italiani vittime del dieselgate

Mentre negli Stati Uniti Volkswagen spenderà fino a 10 miliardi di dollari per ricomprare le vetture motorizzate col 2.0 TDI truccato, se i proprietari lo richiederanno, in Europa non ci sarà alcun intervento di questo tipo.

L’Unione Nazionale Consumatori (UNC) aveva chiesto all’ad di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio, un incontro per illustrare una proposta consistente in un bonus come supervalutazione dell’usato per l’acquisto di un altro veicolo nuovo presso una concessionaria ufficiale, con condizioni di finanziamento agevolate. La risposta di Nordio è stata negativa.

Nordio ha comunque ricordato le «iniziative volte ad alleviare ogni possibile disagio della clientela, quali il ritiro e la riconsegna a costo zero degli autoveicoli» in occasione degli interventi ed «il rimborso delle spese di trasporto sostenute in taxi o altro mezzo pubblico per recarsi in officina».

Insoddisfatta l’UNC, che afferma di aver richiesto “un semplice gesto di attenzione verso i consumatori che hanno scelto i prodotti della casa automobilistica sulla base della loro reputazione di qualità. Oltretutto la proposta non avrebbe gravato sul bilancio di Volkswagen Italia”.

Volkswagen: le auto dello scandalo saranno rese conformi

Buone notizie riguardo al cosiddetto “dieselgate”: a seguito dell’incontro con 31 organizzazioni di consumatori di tutta Europa, tenutosi ai primi di settembre, la Volkswagen si è impegnata ad attuare un piano d’azione europeo per regolarizzare le auto coinvolte nello scandalo sulle emissioni. La casa automobilistica ha accettato di informare i consumatori entro la fine del 2016 e di riparare tutte le auto entro l’autunno 2017.
Il commissario europeo per la giustizia, la tutela dei consumatori e l’uguaglianza di genere nella commissione Juncker Věra Jourová si è impegnata a seguire la vicenda, incontrando le associazioni dei consumatori nel mese di ottobre.

Volkswagen ancora sotto accusa: telecomandi difettosi?

Oltre ad essere stata protagonista dello scandalo emissioni, la Volkswagen è oggetto di uno studio che sta avendo risalto sui media tedeschi e che sostiene che i telecomandi per l’apertura delle portiere non garantiscono la massima sicurezza: i ricercatori, infatti, sarebbero riusciti a duplicarli. Il rapporto è stato scritto dal quotidiano Die Welt, e ripreso da autorevoli media tedeschi come i quotidiani Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz) e Sueddeutsche Zeitung.

Allarme furti, quindi? A nostro parere, no, poiché la duplicazione di un telecomando non è poi così semplice ed alla portata di un malvivente qualsiasi; piuttosto, si desidera osservare come Volkswagen, incappata nel settembre dell’anno scorso nel cosiddetto «dieselgate», sembra ancora colta in fallo. Il quotidiano Handelsblatt ricorda che Volkswagen ha risposto a centinaia di class action di proprietari di veicoli e cause di autorità e Stati Usa con una transazione da 15 miliardi di dollari.