LAVORO DISABILI da “lettera43.it”

Sono 750 mila i disabili che risultano iscritti alle liste di collocamento obbligatorio nel 2013. Lo ha reso noto il sottosegretario al Lavoro Franca Biondelli, affermando che solo il 16% dei portatori di handicap ha un impiego, secondo i dati della Fish (Federazione italiana superamento handicap). I-noltre, siccome le aziende in crisi possono sospendere gli obblighi della legge 68/99, che prevede quote di assunzioni per le categorie protette, circa il 25% dei posti previsti per i disabili rimane non assegnato, «tanto nel settore pubblico quanto nel privato».
LEGGE AVANZATA, MA INAPPLICATA. «La legge italiana» ha affermato il sottosegretario al Lavoro è unanimemente riconosciuta tra le più avanzate nell’ambito della non discriminazione, ma è anche tra le maggiormente inapplicate». Quanto alla possibilità di una nuova procedura di infra-zione della commissione europea sul diritto al lavoro dei disabili, dopo la condanna da parte della Corte di giustizia europea di novembre, Biondelli garantisce «forte attenzione e piena disponibilità del governo sulle tematiche della disabilità , non solo per rispondere alle domande che provengono dall’Europa ma anche e soprattutto per dare risposte alle necessità che provengono dalle persone più fragili».
LA CONDANNA DELLA CORTE EUROPEA. Nella sentenza comunitaria si legge che l’Italia «è venuta meno agli obblighi, derivanti dal diritto comunitario a causa di un recepimento incompleto e non adeguato di quanto previsto dalla direttiva varata alla fine del 2000 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro. Una norma con la quale è stato stabilito un quadro generale di riferimento per la lotta alla discriminazioni delle persone diversamente abili».
La Corte ha stabilito che gli Stati membri devono prevedere l’obbligo, per i datori di lavoro, di adot-tare provvedimenti efficaci e pratici (adeguamento dei locali, adattamento di attrezzature, ritmi di lavoro e divisione dei compiti) per consentire ai disabili di accedere a un lavoro, di svolgerlo, di a-vere una promozione o di ricevere una formazione, senza tuttavia imporre al datore di lavoro un o-nere sproporzionato.
La petizione di un 26enne

La tematica riesplode dopo che Lorenzo Torto, un ragazzo di 26 anni sulla sedia a rotelle, è tornato a Bruxelles per chiedere alla commissione europea di intervenire. Il 20 marzo 2013 fu una sua peti-zione a dare origine alla procedura contro l’Italia, oltre un anno dopo, secondo il giovane, «nella vita quotidiana di tante persone che soffrono non è cambiato niente». La commissione ha affermato che «è ancora in corso la procedura di osservazione del nostro Paese per verificare l’efficacia della leg-ge 93/2013 nel garantire la pienainclusione dei disabili nel mondo del lavoro».
RICHIAMO A RENZI. La presidente della Commissione petizioni dell’Unione Europea, Erminia Mazzoni (Ppe), «preso atto dell’immobilismo italiano denunciato da Lorenzo Torto» ha invitato il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, a dare seguito con urgenza alle di-sposizioni della Corte.

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