Call center post vendita: la Corte UE vieta l’applicazione degli 199

In un’epoca di consumismo esoso e sfrenato quale è quella attuale, lo spettro delle modalità d’acquisto di un bene, di cui può fruire un consumatore, è molto ampio; tra di esse, primeggia certamente l’acquisto tramite via telematica.

Tale tipologia di contrattazione appare rapida e sicura ma non consente al consumatore un immediato riscontro del bene acquistato. Ciò può generare l’insorgere di contestazioni che, in fase di reclamo, sfociano spesso in ripetute telefonate al call center post vendita, predisposto dall’azienda produttrice del bene.

Sino ad oggi, molti di questi servizi hanno utilizzato numerazioni commerciali a tariffe maggiorate e riconducibili al prefisso “199”, generando un ulteriore abuso nei confronti del consumatore, costretto a servirsi del suddetto servizio per segnalare i vizi relativi al bene acquistato.

Finalmente, la corte di Giustizia Europea, interpellata da un tribunale tedesco in merito ad una Direttiva sui diritti dei Consumatori, ha sancito il principio per cui il costo di una chiamata verso un numero telefonico per l’accesso ad un servizio di assistenza post vendita non deve eccedere quello di una chiamata standard.

Le motivazioni di tale sentenza risiedono nel fatto che l’addebito di costi eccessivi potrebbero dissuadere il consumatore dal contattare il call center per vedere riconosciute le proprie contestazioni; ciò determinerebbe un’anomala, nonchè illecita, compressione dell’alea dei diritti del medesimo.

Secondo i giudici della UE, la “tariffa base”, applicabile a questi servizi, non deve eccedere il costo di una chiamata verso un numero fisso geografico o verso un numero di cellulare standard.

Banche centrali: inizia la guerra al Bitcoin

Uno spettro si aggira sulle banche centrali: è la bolla speculativa del Bitcoin. In Italia se ne parla poco, poiché il concetto di moneta digitale è ancora fermo alle carte di credito; nella comunità finanziaria internazionale, invece, la crescita sostanzialmente incontrollata della «cripto-valuta» sintetica che si spende sul web non è passata inosservata, anche perché erano più di vent’anni, dai tempi della bolla di internet, che il mercato non si lanciava così a capofitto su un asset finanziario senza storia, dal futuro ancora indimostrabile e da un passato più oscuro del presente.

Il rischio concreto delle istituzioni monetarie è perdere il controllo su emissione, circolazione e valore della moneta. Esagerare i pericoli sistemici per mercati e valute è una caratteristica globale in questi tempi, ma in questo caso lo stato d’allarme su Bitcoin è logico e concreto.

L’idea alla base dei Bitcoin è stata, infatti, quella di creare una valuta digitale che fosse indipendente da ogni tipo di autorità o governo nazionale e che permettesse di effettuare pagamenti elettronici a livello globale senza controlli, in maniera istantanea e soprattutto anonima. Tutte cose interessanti per lo sviluppo del commercio digitale globale non agganciato all’altalena dei tassi di cambio e dei tassi di interesse.

Queste innovazioni sono da maneggiare con cautela. Anonimato e non tracciabilità sono due caratteristiche che trasformano un mercato in un far west, in una prateria per evasori, riciclatori e bande di criminali che vogliono spostare capitali illeciti senza lasciare traccia, come già sottolineato da noi nei precedenti articoli.

Attenzione ai materassi acquistati via internet

Ormai gli acquisti via internet hanno dilagato. Ma ci sono oggetti ed oggetti. Quindi è bene stare attenti alle dimensioni dell’oggetto acquistato perché, in caso di insoddisfazione o non corrispondenza con quanto ordinato, la restituzione può diventare alquanto difficile.
Il caso specifico riguarda i materassi, i quali, essendo molto ingombranti ed essendo consegnati per corriere, solo una volta disinballati si può appurare se in effetti corrispondono all’ordine fatto. Qui iniziano le difficoltà. Se quanto ricevuto non corrisponde a quanto ordinato, la restituzione, che sarebbe senza spese per il consumatore, non lo sarà, perché comunque, per restituirli, bisogna affidarli ad un corriere; se, alla riconsegna, la merce viene respinta, nasce un ping pong che rischia di prendere vie giudiziarie.
Attenti, quindi, a quello che si ordina e come lo si ordina perché, anziché essere fonte di piacere, l’acquisto potrebbe diventare una fonte di noie.

Ed ai risparmiatori chi pensa?

Stiamo assistendo ad una delle maggiori spartizioni bancarie di tutti i tempi. Il riferimento è agli istituti di credito deputati a presentare progetti di acquisizione delle note banche il cui crack ha coinvolto oltre 150.000 risparmiatori.
Il crac è avvenuto oltre un anno fa e fra progetti Atlante e buoni propositi, di fatto, i risparmiatori non hanno ancora visto un centesimo. Le associazioni di consumatori invitano a rivolgersi a chi può offrire loro tutela o di organizzarsi in comitati come hanno fatto alcuni di essi.
La realtà purtroppo è triste, anche perché gli istituti di credito che acquisiscono altre banche prendono in carico sofferenze bancarie e, di conseguenza, mettono a repentaglio anche tanti posti di lavoro – oltre a non restituire un centesimo ai risparmiatori. Una vera ecatombe. Speriamo che se ne possa uscire presto.

Cyberbullismo. Siamo tutelati?

I consumatori della rete sono spesso giovani che navigano anche incoscientemente in internet. Gli incontri organizzati possono essere anche sporadici, ma alcuni di essi rappresentano un’insidia. È il caso del bullismo tra giovani che, spesso, si conoscono. La Polizia di Stato, nel segmento dedicato alle telecomunicazioni, ha attuato nuovi piani di controllo a tutela soprattutto dei minori. Un invito a tutti è quello di denunciare casi di bullismo subito, senza indugi.

La rivoluzione del Bitcoin: la moneta digitale alla conquista del mondo

Dall’arrivo del Bitcoin nulla è più come prima. A livello mondiale cresce la fama e la diffusione della moneta digitale “non ufficiale”, quale rivoluzionario sistema di pagamento online con cui è possibile acquistare beni reali e servizi. Non solo: il Bitcoin può essere anche un investimento a lungo termine.

Tramite questa moneta crittografata le transazioni commerciali e finanziarie sono sottratte al controllo di banche centrali e governi nazionali; essa, nata non a caso da Internet, spezza e libera dai vincoli delle banche e degli intermediari finanziari. Il cambiamento è in atto, inarrestabile, nonostante le preoccupazioni di istituti di credito e Stati nazionali.

Nel mondo globalizzato in cui viviamo la fiducia nel Bitcoin sale: esso è scambiato con un ritmo crescente, il che rappresenta una grande opportunità per i più informati.

Ormai sono disponibili anche libri che trattano l’argomento, a riprova di come il fenomeno non vada sottovalutato ma, anzi, studiato e monitorato.

Servizi telefonici non richiesti: spetta il risarcimento anche per i danni non patrimoniali

Gli utenti di servizi telefonici potranno richiedere il risarcimento danni per l’attivazione di servizi telefonici non richiesti. Una normativa (D. Lgs. n. 185/1999, artt. 9 e 12) e le delibere dell’Autorità Garante nelle Comunicazioni dichiarano illecita l’attivazione di servizi non richiesti da parte della compagnia telefonica ai propri clienti.

Inoltre, il risarcimento dei danni non patrimoniali subiti dagli utenti per l’attivazione di servizi non richiesti è stato già sancito da diversi giudici in molti casi riguardanti clienti in disaccordo con il proprio gestore telefonico. Il risarcimento va ad interessare anche il danno morale, oltre che economico, per l’aver subito una situazione di disagio.

Una sentenza del Giudice di Pace di Roma ha condannato la società telefonica al risarcimento dei danni non patrimoniali, poiché la compagnia aveva attivato un servizio sulla linea del cliente senza la sua autorizzazione. L’utente aveva richiesto, oltre al risarcimento dei danni patrimoniali, quello dei non patrimoniali causati dal comportamento scorretto del gestore telefonico.

Nuovo controllo emissioni autovetture

Il 20 dicembre 2016 è stato varato il terzo di 4 pacchetti sul controllo delle emissioni nocive nell’aria. Questo pacchetto prevede la grande innovazione di obbligare i controlli a bordo dell’autovettura in normale regime di marcia e non più solo in laboratorio. A questo progetto non hanno però aderito tutti i paesi europei, soprattutto quelli con grossi costruttori di autovetture. Ciò nonostante è sicuramente un grande passo avanti che, forse, eviterà altri scandali dieselgate.

Bitcoin. Attenzione alla moneta crittografata.

Com’è noto, il bitcoin è una moneta Informatica usata soprattutto per gli scambi occulti. Non si conosce l’entità del denaro che muova questa moneta, ma certo è che ne muove tanto, al punto da essere quotata alla Borsa di New York. Attenzione, perché la settimana scorsa la moneta ha subito dei forti contraccolpi, passando addirittura in un giorno da €1000 a €300 ogni bitcoin, con una perdita secca del 70%. A cosa siano dovute queste variazioni di preciso non si sa, ma fanno richiamare l’attenzione soprattutto verso i risparmiatori meno attenti ad investire in queste monete crittografate.

Dieselgate. Modifiche alle autovetture. È lecito?

Quando la Volkswagen effettua il richiamo delle proprie autovetture, nella lettera di invito esprime palesemente il termine modifica, ciò a significare che all’autovettura verranno apportate delle variazioni che non si sa bene in cosa consistano.

Invitiamo quindi tutti i possessori di diesel della Volkswagen oggetto di richiamo di opporsi in prima istanza all’invito ad effettuare tale lavoro, in quanto la vettura stessa presenta un difetto d’origine. Se è così, il consumatore, ha diritto ad un congruo rimborso da pattuire con il concessionario o la casa madre.